Workshop 2016 Autunno (ricordi)

Simone

https://www.youtube.com/watch?v=Zjm0WwO8G4Q&feature=share

Daniele

Alba nell’Antola

Avvolti in pesanti vestiti e nei nostri pensieri scivoliamo in assoluto silenzio dentro la notte con la mente e col cuore.
la pioggia che cade e non cade ci accompagna per un po lungo quel sentiero
si sente un cane abbaiare lontano cosa avrà sentito? una volpe, un tasso o il lupo chissà….
bramiti incessanti nel fitto del bosco sono tutti intorno a noi mi fanno pensare a battaglie di vita, rumori di rami che si spezzano, foglie ormai morte che avvolgono con un lieve fruscio i nostri scarponi l’autunno sta incombendo profondamente.
Il fitto bosco rende l’oscurità ancora più buia ogni tanto qualche apertura ci fa scorgere in lontananza il delinearsi delle prime luci dell’alba che, lentamente, sta cambiando le sagome e le ombre delle cose
pian piano tutto prende forma intorno a noi, intorno a me.
La bellezza irrompe violentemente con la sua prepotente avvenenza.
Ora tutto è più chiaro e ormai io so, noi sappiamo, perchè siamo qui.

daniele malvolti

Lupi fuggite !

“Fuori tira proprio una brutta aria. Ebbra di menzogne e pregiudizi.
Infonde paura, fa sorgere diffidenza e muri sempre più alti…
contro l’Altro, il diverso, il “non allineato”.

E voi Lupi, finché ne avete il tempo, fuggite. Fuggite!
E portate nel folto delle foreste il vostro mistero, la vostra libertà.
A chi vi dà la caccia, lasciate pure supremazia, identità e false certezze.
Un giorno non lontano, la Storia insegnerà che non vi meritavano”.

Bruno D’Amicis

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In merito agli eventuali abbattimenti di lupi

Dal giornale “L’inchiostro fresco”

di Luca Serlenga

Lo scorso martedì ventitrè gennaio la commissione stato regioni ha dato il primo via libera al nuovo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia ed ormai siamo in attesa del voto politico previsto per il 2 di febbraio.

Il nuovo  piano prevede 22 punti d’azione, ovvero delle linee guida da seguire per gestire al meglio la presenza della specie sul territorio nazionale in modo tale da permettere la convivenza tra uomo e lupo cercando di evitare al massimo i conflitti tra allevatori e questi animali.

8023069e4c6bd7685d3d36f4dd1dcd80Questi punti prevedono per esempio l’utilizzo di recinzioni allo scopo di evitare le predazioni da lupo ai capi di bestiame, l’utilizzo di cani da guardianìa, come il pastore maremmano e azioni indirizzate a diminuire il fenomeno dell’ibridazione tra cani vaganti e lupi, fenomeno spesso sottovalutato dall’opinione pubblica ma di fondamentale importanza; infatti molti dei presunti attacchi di lupo su greggi o altri animali domestici sono spesso opera di ibridi e non di veri lupi o peggio ancora opera di branchi di cani vaganti. Un altro punto preso in considerazione dal nuovo piano di gestione è quello di cercare di contenere per l’appunto il randagismo. Ma tra tutte queste soluzioni, quella che ha fatto più notizia è l’ultima, la ventiduesima: in casi di problematiche particolari e situazioni di difficoltà derivanti dalla gestione di questo animale, se le precedenti soluzioni non avessero ottenuto sufficienti riscontri positivi, il ventiduesimo punto prevedrebbe il possibile prelievo in natura di esemplari per una percentuale massima del 5% calcolato sul numero di presenze nazionali. Questa eventuale soluzione sarebbe da utilizzarsi solo in casi di “estrema necessità” e solo dopo l’approvazione dell’Ispra (Istituto Superiore Per La Protezione e Ricerca Ambientale), come afferma il Professore Luigi Boitani, biologo italiano tra i massimi esperti di lupi a livello internazionale, che ha partecipato alla stesura del Piano di Conservazione in questi giorni.

Il lupo, da 46 anni, in Italia è una specie fortemente protetta e la nuova stesura del testo di conservazione non deve fare pensare che questo animale abbia perso alcuni dei diritti che aveva conquistato: “questo nuovo decreto deve essere inteso con la finalità di diminuire il bracconaggio e i fenomeni di giustizia privata nei confronti di questo animale”, afferma il professore.

Andrea Marsan, zoologo e professore presso l’Università degli studi di Genova sostiene: “Il nuovo piano di conservazione prevede, in condizioni del tutto particolari, l’abbattimento del lupo quando i sistemi di prevenzione e di indennizzo risultano inefficaci alla riduzione dei danni e dei conflitti. In molte regioni italiane gli allevatori stanno iniziando a convivere con il lupo aiutati da recinti elettrificati  e cani, il cui acquisto è, e deve essere, a carico della collettività.  L’eventuale abbattimento sarebbe previsto come estrema ratio nel caso falliscano tutte le precedenti soluzioni, in questo modo il sacrificio di pochi lupi toglierebbe qualsiasi giustificazione a coloro che, sentendosi abbandonati dalle istituzioni, uccidono inutilmente e illegalmente questi splendidi animali”.

Ovviamente la possibilità che si possa abbattere un certo numero di esemplari, anche se in maniera estremamente controllata, ha sollevato proteste e critiche da parte delle associazioni ambientaliste (in primis Lipu, Enpa, Lac e Lav) e le loro preoccupazioni non sono affatto da biasimare in quanto è comprensibile che ci sia una forte apprensione per il destino di questo magnifico animale, e i timori che questa decisione possa risultare sbagliata od anacronistica sono evidenti.

Il prossimo 1 febbraio in Piazza De Ferrari a Genova si terrà un sit-in di protesta come in molte piazze d’Italia, al quale parteciperà anche Angelo Spanò, esponente dei Verdi, per sensibilizzare i politici a rivalutare le scelte prese.

Il lupo come risorsa turistica

In merito ai contenuti di questo articolo: https://genovaquotidiana.com/2017/01/31/lassessore-mai-frena-sulla-caccia-di-selezione-domani-a-de-ferrari-la-manifestazione-degli-animalisti/

“L’obiettivo finale resta comunque la tutela e la messa in sicurezza del comparto zootecnico locale”

(WildLife Watching – osservare i selvatici.  Foto di P.Rossi – Rifugio Pian dell Bosse 2015)

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La zootecnia in Liguria praticamente non esiste, ed è comunque in calo, giusto comunque tutelare le poche attività rimaste. Se però vogliamo parlare di lupi in termini economici (oggi sono questi che contano, vabbè) occorre tenere in cosiderazione alcuni dati.

Primo fra tutti, la riscoperta dell’entroterra da parte di cittadini e turisti, attirati dai paesaggi unici tra cielo e mare, dai borghi sperduti e silenziosi e, diciamolo, anche dal ritorno del lupo, con l’ aura magica che questo leggendario predatore porta con sé.

Il “turismo del Lupo” è una realtà che alcuni Enti Parco (Antola, ad esempio) stanno in qualche modo scoprendo e incentivando, non dimentichiamo l’apertura del Centro Visite del Lupo a Rondanina e tutte le iniziative dedicate in tutta la Regione.

Fino a pochi anni fa, il nostro entroterra tentava di sopravvivere grazie all’indotto dell’attività venatoria in inverno, e grazie ai villeggianti in estate. Oggi, rispetto ad allora, i cacciatori si sono quasi dimezzati (finalmente direi, sono poco più di 15000 in tutta la Regione e calano di circa 500 unità all’anno), e la crisi ha spinto alcuni villeggianti ad accorciare, se non abbandonare del tutto le ferie.

Sono sempre di più invece, e qui parlo per esperienza diretta, quelli che scelgono di girare i sentieri dei nostri monti nel tentativo di avvistare le tracce del passaggio del lupo, che scelgono di comprare una reflex e non un fucile, che frequentano le osterie della Val Trebbia, della Val d’Aveto, del Parco del Beigua per rifocillarsi dopo una giornata passata a camminare (in genere senza aver visto un bel niente, ma per quello ci vuole esperienza).
È questo sempre più nutrito gruppo di persone che si avventura nelle nostre valli alla ricerca di quelle aziende agricole a conduzione familiare, proprio quelle che nella nostra regione lamentano il conflitto col lupo, per comprare da loro prodotti più genuini, per sfuggire dall’impersonalità del supermercato. I “lupari del 2000” sono spesso amici sia del lupo che del pastore, dal quale spesso si fanno raccontare avvistamenti, movimenti, episodi, legati alla presenza del predatore che loro, in genere, non hanno mai visto. Quante volte le informazioni vengono barattate con l’acquisto di una formaggetta?
La “febbre del lupo” può diventare una risorsa per l’economia dell’entroterra a patto che si investa in convivenza, non in repressione. È importante che, affichè non venga strumentalizzata politicamente per compiacere determinate associazioni di categoria, la deroga sugli abbattimenti sparisca dal Piano di conservazione del Lupo, è un passo indietro che è necessario fare.

In questo senso il lupo può rappresentare la salvezza per le nostre valli e, paradossalmente, anche per i pastori che ci lavorano.

Francesco Baroni