Allerta lupo ?! di P.Rossi

In merito a questo articolo***http://parcoantola.it/notizie/allerta-lupo-gialla.html (Parco Antola)

L’idea del Parco regionale dell’ Antola di paragonare Lupi ad Alluvioni utilizzando termini come “allerta” è a dir poco discutibile. Le conseguenze di questo inutile allarmismo lo si vedono si da subito nel primo commento di Maria Grazia: “Bene così dovrò stare attenta quando farò una passeggiata…..dopo aver lavorato tutto l anno”.

L’ALLERTA agli allevatori della valle lo si trasmetta a quattrocchi (e attraverso strumenti di prevenzione che il Parco sta comunque attuando,in alcuni casi con discreto successo) e non attraverso i social network. Termini e Post come “L’allerta lupo” rischiano di fomentare inutile allarmismo invece di garantire utile informazione per una buona convivenza tra uomini e lupi.

L’allarmismo nutre la paura e in una regione (Liguria) dove i controlli e la vigilanza ambientale è ridotta sempre più all’osso…l’allarmismo può “nutrire” anche i bracconieri. In valle il lupo è tornato in modo NATURALE da almeno 30 anni è tempo che gli allevatori di mucche di zona imparino a tenere “al riparo” i vitellini perché non possono contare sempre e solo sulla straordinaria vena protettiva delle loro madri (le toste mucche di razza Limousine). Detto ciò buon lavoro! Poiché gli esempi di impegno del Parco nella convivenza tra uomo e lupo sono molteplici!


*** “A seguito delle predazioni di due vitelli appena nati in zona Caprile, risalenti al 20 e 25 maggio, si dirama L’ALLERTA LUPO GIALLA per i comuni di Propata, Rondanina, Fascia e Torriglia (versante Brugneto).Gli episodi di predazione in questione potrebbero essere in relazione con una riproduzione in atto nel bacino del Brugneto e si teme possano ripetersi in un prossimo futuro, con potenziale intensificazione nel periodo tardo-estivo, allorché si valuterà se mutare l’allerta da gialla a rossa.Raccomandiamo agli allevatori di provvedere al ricovero degli animali e di contattare il Parco in caso di avvistamenti”. 1 giugno 2017 Parco Antola

Internazionale e il lupo (Estratti)

Aprile 2017

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Chi ha paura del lupo

Audrey Garric, Le Monde, Francia

(brevi estratti)

Il Pastore

(…) A Scanno, un paese abruzzese ai confini del parco, il lupo non suscita troppe tensioni. Nell’Allevamento ovino di Gregorio Rotolo, 56 anni, sono cinque anni che il lupo non si fa vedere. Rotolo è un uomo robusto e tiene d’occhio i suoi animali come un falco: 1.500 pecore, e poi capre e vacche, che d’estate vengono portate al pascolo da una decina di pastori e da trentotto cani. “I cani sono tutti nati e allevati in mezzo agli ovini, che riconoscono come la loro famiglia”, spiega l’allevatore, tenendo tra le braccia un cucciolo bianchissimo. “Le pecore non  possono mai restare sole, devono essere riportate nel recinto tutte le notti e sorvegliate da un pastore. È il lupo ad aver paura dell’uomo, non il contrario”, dice. A valle e sull’alpeggio, Rotolo, che produce formaggi, usa due recinzioni, in parte finanziate dal Parco (naz. di Lazio Abruzzo e Molise): una larga, elettrificata, e una più piccola all’interno della prima, “per non stressare le pecore e per evitare che si trovino faccia a faccia con il predatore”. Le perdite sono sempre possibili, ma fanno parte dei rischi del mestiere. “Mio nonno diceva: ‘se vuoi allevare delle pecore, contane sempre qualcuna in più per il lupo’”. (…)

Il Guardiaparco

(…) Antonio Ursitti, 89 anni, ex guardiaparco, è stato un luparo. Braccava i lupi anche per giorni, poi vendeva le pelli. “Il comune ci pagava per ogni esemplare ucciso”, ricorda. “Erano le autorità del parco che, per proteggere i camosci, ci davano le trappole o il veleno”. Gli allevatori ringraziavano fornendo formaggio e carne. All’inizio degli anni settanta, quando lo stato e le autorità del parco decisero di proteggere i lupi, perché a rischio di estinzione, la situazione cambiò radicalmente. Chi uccideva i lupi si trasformò nel loro salvatore. “Non è stato facile perché ho dovuto fare multe ai bracconieri con i quali fino a poco tempo prima condividevo il mestiere”, confessa Ursitti, che nella sua carriera ha ucciso venti lupi. “Oggi abbiamo capito l’importanza della natura e sono cambiate anche le regole”. L’uomo interrompe all’improvviso il suo racconto per andare da una finestra: “Sentite?”. L’ululato dei lupi rompe il silenzio della montagna. (…)

 

Proseguono le presentazione del libro “Lupi Estremi”

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  • seguite il calendario aggiornato (mese per mese) delle presentazioni su http://www.paorossi.it/libro/

Tutto esaurito oggi a Brugnato (Sp) per l’evento “il ritorno del lupo”. Grazie a Paolo Canepa,Mario Spada e tutti coloro che si sono impegnati per creare questo evento. Partecipanti all’evento numerosi calorosi e appassionati,grazie! (foto Ludovica D’Orazio+Andrea Botta)

Ha accettato l’invito e “ha detto la sua” durante il dibattito finale anche Stefania Pucciarelli, (consigliera regionale della Lega Nord)
-confermando il pensiero che aveva espresso pochi giorni prima su “città di La Spezia”

“Certo, gli allevatori possono avere dei danni, ma l’abbattimento selettivo dei lupi è una soluzione estrema che non appare condivisibile. E’ possibile infatti un’altra strada, che è quella della convivenza e della prevenzione. Esistono modi efficaci e collaudati per tutelare gli allevatori, come il tradizionale utilizzo dei cani da pastore o le moderne recinzioni elettrificate. Inoltre, l’esperienza già fatta in Francia ha dimostrato che l’abbattimento selettivo di alcuni capi non è stato efficace nel ridurre i danni, i quali comunque devono essere coperti con l’utilizzo di fondi europei già esistenti ed attraverso l’istituzione di un nuovo fondo di competenza del Governo”