Quella mucca ribelle accettata dai grandi bisonti europei
Articolo originale: https://www.tvn24.pl/pomorze,42/krowa-na-gigancie-zamieszkala-ze-stadem-zubrow,793312.html
(Traduzione a cura di Agnieszka Zareba)
(…) Nel novembre 2017, una mucca è stata notata vicino alla foresta primitiva di Białowieża. L’ha vista Adam Zbyryt , un ornitologo che attraversa spesso quella zona. – L’incontro di un branco di bisonti nelle vicinanze della foresta di Białowieża non è sorprendente – ammise poi Zbyryt. Tuttavia, la mandria era eccezionale. – Sono stati contati circa 50 individui. Uno attirò la mia attenzione. Era di una tonalità completamente diversa rispetto al resto della mandria: la sua pelliccia era troppo chiara mentre il pelo del bisonte è castano o marrone – disse (…)
(…) Quella creatura dal pelo chiaro era in realtà una mucca di razza limousine, che in autunno fuggì dal suo proprietario per darsi alla libertà, unendosi alla mandria di bisonti. Oggi, dopo alcuni mesi, la mucca ribelle è ancora in mezzo a loro (…)
(uno scatto che ritrae la primitiva foresta di Bialowieza”
(…) “Da quello che sappiamo, questa mucca è fuggita dal proprietario a cavallo tra ottobre e novembre. L’ho notata di nuovo qualche giorno fa, lei era ancora con il branco di bisonti” – dice Rafał Kowalczyk in un’intervista al nostro portale. “Si tratta di una mucca giovane, non troppo coordinata con il gruppo. Sono ormai tre mesi che vive nel gruppo di bisonti. Così facendo ha certamente un’ottima protezione contro i lupi che vivono alla periferia della foresta di Bialowieza” – spiega (…)
(Foto di Rafal Kowalczyk)
(…) Secondo Kowalczyk, il fatto che mucche e bisonti abbiano rapporti non dovrebbe essere una sorpresa. La mucca è un animale da pascolo, un brucatore proprio come un bisonte e ci sono molte somiglianze tra di loro. Ma queste somiglianze potrebbero comportare dei rischi. Infatti se la mucca si accoppia con un bisonte può creare uno o più ibridi oppure la mucca potrebbe morire durante il parto perché i vitelli dei bisonti sono di solito più grandi dei vitelli di “limousine” – spiega Kowalczyk. Lo scienziato però sostiene che la mucca è ancora troppo giovane per riprodursi. Tuttavia, si riserva il diritto di pensare a cosa fare per impedire l’ibridazione di una specie preziosa. (…)
(…) Kowalczyk sottolinea che la giovenca si sente a proprio agio tra i bisonti europei, e loro hanno accettato la sua presenza. È sopravvissuta al freddo, ha evitato l’attacco dei lupi e il ruolo di “animale un po emarginato dal gruppo” a quanto pare, non la infastidisce. Si distingue dal bisonte per il fatto che non è disturbata dalla vicinanza delle persone. Il bisonte selvatico europeo invece ha una reazione difensiva quando vede un uomo (…)
Cacciatori di bracconieri
Foto e testi di P.Rossi, Dario Casarini e CABS (Genova – 25 dicembre 2017)
Sono passati quattro anni dalle foto che scattai nel 2013 a Cipro. Ad oggi purtroppo quelli scatti sono ancora molto attuali perché la situazione “bracconaggio” sull’isola non è cambiata molto. Ogni primavera e autunno, nella parte greca dell’isola di Cipro (appartenente all’ Unione Europea!) centinaia di migliaia di uccelli migratori vengono uccisi con fucili e con l’utilizzo di diversi tipi di trappole. L’isola rappresenta un importante corridoio migratorio, dove convergono molte specie che si riproducono in Europa e svernano in Africa, dai rapaci ai piccoli uccelli canori. Uccellini di pochi grammi di peso, impegnati nelle loro epiche migrazioni stagionali, fanno tappa sull’isola per rifocillarsi e riposarsi dopo chilometri e chilometri di volo ininterrotto sopra il mare aperto. Al loro arrivo sull’isola si trovano circondati da una moltitudine di richiami elettronici, che li attirano con l’inganno verso i siti illegali di cattura, dove trovano la morte nelle reti da uccellagione e sui bastoncini cosparsi di vischio. Le vittime preferite dai trappolatori sono le capinere e altri piccoli silvidi, componente principale di diversi piatti della tradizione cipriota. Rimangono però invischiati nelle trappole moltissime altre specie, come i barbagianni, le averle o i colorati gruccioni, che non rivestendo alcun interesse per i bracconieri vengono uccisi e gettati via.
– un volontario del CABS sta per liberare una capinera invischiata in una trappola cipriota.
Report CABS 2017: A Cipro questo autunno ci hanno fatto a pezzi politicamente e mediaticamente. Partito il nostro campo e iniziate le prime belle denunce, i trappolatori ci hanno prima accolti a fucilate in un sito di trappolaggio (nessun ferito fortunatamente dei quattro volontari), poi hanno indetto una manifestazione a favore dell’illegalità venatoria, a cui hanno partecipato 2.000 persone, la più grande partecipazione mai osservata sull’isola. (…) di seguito alcune delle principali richieste politiche delle istituzioni e degli abitanti ciprioti (parte greca): 1 sbattere fuori il CABS (volontari antibracconaggio) dall’isola e 2 sbatterli fuori a parole o “con la violenza” cit. recente del sindaco Paralimni (…) Abbiamo chiesto al capo dei guardia caccia di Cipro (Pantelis Hadjigerou) di fornirci il supporto dei suoi agenti per le nostre segnalazioni dei siti di trappolaggio illegale ma abbiamo ricevuto picche. In compenso lo stesso Hadjigerou ha ribadito a favore di telecamera che i criminali eravamo noi perché distruggevamo le trappole, proprietà dei trappolatori. (…) alcuni nostri contatti nella polizia di Cipro ci hanno avvisato che la situazione è paradossale: le denunce a trappolatori che uccidono specie protette vengono buttate nel cestino. (…) Al contempo gli unici due poliziotti che da 5 anni ci hanno accompagnato sul campo (Nikos e Marios) sono stati rimossi e non più sostituiti. Rimasti soli, abbiamo realizzato un video under cover che riprende il boss della mafia di Larnaka mentre cattura e uccide insieme ad altri 6 uomini centinaia di uccelli protetti usando ben 13 reti nella sua ben nota proprietà. Portiamo il filmato alla polizia con relativa denuncia, ma le settimane passano e ad oggi non ci risulta nessuna iniziativa giudiziaria a loro carico (…)
– Questa foto –volontaria e fotografo in viaggio verso i siti di cattura illegale- è stata scattata dal reporter David Guttenfelder a Cipro nel 2013 – Guttenfelder è abituato a testimoniare fotograficamente “le zone di guerra” (Iraq ad esempio) e in quelle settimane era impegnato a documentare anche la situazione di Cipro perché sull’isola il clima è drammaticamente bellicoso contro gli uccelli di passaggio e contro coloro che gli difendono. Per il NAT GEO David, realizzò in quell’anno scatti sul bracconaggio in tutto il bacino del mediterraneo e ne seguì un bellissimo servizio pubblicato sulla medesima rivista intitolato “L’ultimo canto”.
– Le aggressioni ai volontari e gli atti vandalici alle auto del CABS sono quasi all’ordine del giorno durante la stagione dei campi anti-bracconaggio a Cipro.
– Questa foto testimonia come accidentalmente muoiano anche molti rapaci nelle trappole a vischio e nelle reti. Nel 2013 un bracconiere cipriota forse pentito ci confidò che “i piccoli uccelli finiscono in padella o venduti sul mercato in nero, destinati a diventare cena per ricchi turisti russi. I grandi rapaci –continuò il pentito- che finiscono nelle trappole vengono ammazzati e buttati o liberati feriti e invischiati”.
– Uno splendido barbagianni invischiato in una tipica trappola cipriota, il “limestick”! Per fortuna in questo caso i volontari sono giunti prima del bracconiere.
– Il CABS oltre a denunciare i trappolatori e a rimuovere le loro trappole si occupa anche della riabilitazione delle “vittime delle trappole” – in foto uno sparviere sta per tornare in libertà.
– Due agenti non sono sufficienti per inibire il dannoso lavoro dei trappolatori ma il governo ha fatto di peggio: ha rimosso anche questi due poliziotti. Oggi il CABS non ha polizia di appoggio sul campo e con un territorio enorme da monitorare: tutta la parte greca (orientale) di Cipro !
– Durante la migrazione una sola rete può catturare sino a 50-100 uccelli in una sola notte, si stima che le reti a Cipro siano migliaia in funzione per almeno 2/4 mesi all’anno – nella foto due volontari le stanno per rimuovere.
– Un volontario del CABS libera un silvide dalla rete dei trappolatori. Se la polizia non arriva sul posto a denunciare il bracconiere -quasi sempre purtroppo- il CABS libera gli uccelli in trappola e poi rimuove le reti autonomamente.
– Cipro, pur essendo molto turistica, ricorda molto l’Italia del dopoguerra per quel che riguarda lo scarso rispetto per l’ambiente: degrado generale, campi e boschi pieni di plastica e rifiuti. Le persone per puro divertimento sparano ovunque e a tutti gli animali che avvistano. Anche alle rondini! E raramente se ne cibano.
“Quella contro il bracconaggio è una battaglia che il governo cipriota non vuole combattere ed è probabile che quasi 1 milione di uccelli muoia ogni anno a Cipro. Noi volontari rischiamo di farci ammazzare per salvare solo pochi di loro” Sergio volontario CABS komitee
– Trovare le trappole è facile, i trappolatori usano richiami elettronici per attirare gli uccelli. I volontari sentono il richiamo, seguono il canto (a volte per chilometri) e quando trovano il richiamo trovano anche le trappole!
– Gli uccelli in migrazione, stremati dal lungo viaggio si fidano dei richiami sonori della propria specie ma ad attenderli non ci sono i propri compagni, bensì le trappole!
– Gli ulivi e altri alberi vengono modificati per posizionare le trappole. Nella foto si possono notare anche travi e scale di legno per favorire l’ allestimento e il controllo delle trappole da parte dei bracconieri. Si vede anche una grande gabbia, con lo scopo di complicare le azioni dei volontari del CABS. I volontari hanno denominato questa super trappola “la gabbia-squalo”.
– Durante il mio report del 2013 in più occasioni ho dovuto metter da parte la mia reflex per aiutare (spesso goffamente)i volontari nelle azioni sul campo. Come si può ben immaginare i volontari sono pochi e devono monitorare giornalmente centinaia di siti di trappolaggio sparsi in un territorio molto grande.
– Una volontaria del CABS dopo aver liberato da una trappola una femmina di capinera utilizza la saliva per rimuovere il vischio: è il modo più indolore e rapido per risolvere la situazione senza lasciare alcun danno sul corpo dell’uccellino selvatico. In questo caso il piumaggio era in ordine e dopo la pulizia e il controllo di rito la capinera è stata liberata.
– Spesso alcuni dei piccoli migratori salvati dai volontari non possono continuare il proprio epico viaggio per i danni riportati al piumaggio. Dovranno resistere qualche mese sulla “dannata” isola, in attesa che le penne ricrescano, permettendo loro di tornare a migrare nei cieli sopra il nostro Mar Mediterraneo.
– Due volontari memorizzano sul database ogni sito di bracconaggio. Quest’ operazione risulta estremamente utile per chi in futuro vorrà lavorare per tentare di porre fine al diffuso e radicato scempio del trappolaggio sulla parte orientale dell’isola di Cipro.
Altre e info e contatti: paorossi.it e komitee.de/it/start (CABS)