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Un Aprile da lupi!

12 Aprile (Ospite) – BERGAMO

Cinema del Borgo via Borgo Palazzo 51

LA VALLE DEI LUPI di J- M. Bertrand ore 21:00


13 Aprile – GENOVA

Radice Comune via S.Bernardo 34R

INCIVILI di Paolo Rossi ore 18.30


27 Aprile – MILANO

G.O.L. C.so Garibaldi 27 (angolo Via Strehler 2)

IL LUPO HA FATTO GOL di Paolo Rossi ore 21:00


28 Aprile – BORMIDA SAVONA

Il lupo e i suoi segreti di Paolo Rossi

Cascina alla Mano Bormida – iscrivetevi al 338 1214806

Accademia di Benesserologia ore 20.00

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Trovata una lupa morta sull’Appennino Ligure Piemontese

Il Guardiaparco Ferrando Germano mi ha segnalato una femmina di lupo (Canis lupus italicus) trovata priva di vita, probabilmente investita da un automobile nella notte tra mercoledì 21 marzo giovedì 22 marzo nel tratto della SP456 fra Gnocchetto (AL) e Rossiglione (GE). Una zona ricca di biodiversità che si trova non distante dal Parco del Beigua e dal Parco di Capanne di Marcarolo. Il corpo della lupa verrà presto trasferito all’Università di Torino per capire con certezza le origini della morte.  Le foto sono state scattate da colui che ha trovato il corpo, Matteo Chiappino, che ringrazio.

Si tratta della seconda femmina di lupo deceduta nel giro di pochi giorni in Liguria, il 9 marzo infatti ne fu trovata un’altra (forse investita a sua volta da un’automobile) in località Neirone (GE).

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Attenti al lupo

Venerdì 9 marzo si è svolta nella biblioteca pubblica di Novi Ligure, sede del centro comunale di cultura G. Capurro, la conferenza dal titolo Attenti al Lupo, a cura di G.E.A. Animal’s Land Onlus, associazione che si occupa della protezione degli animali, rappresentata dalla sig.ra Fiammetta Bollero,  con Paolo Rossi, fotografo di fauna selvatica e naturalista che da anni svolge attività di monitoraggio e salvaguardia del lupo vivendo a stretto contatto con il territorio, e M.Grazia Gavazza rappresentante della sezione C.A.I. di Novi Ligure.

Durante l’incontro si è parlato del ritorno naturale del lupo appenninico (Canis lupus italicus) nei nostri luoghi, o meglio, nei suoi luoghi, ossia in quell’ecosistema che corrisponde ai boschi ed alle praterie della catena appenninica ed alpina da dove  era scomparso in passato a causa della persecuzione dell’uomo perpetuata nei secoli nei confronti di questo predatore per via delle leggende e delle credenze popolari che lo hanno ingiustamente dipinto nell’immaginario collettivo come un animale pericoloso e da estirpare in quanto emblema di aggressività  e di tutto ciò che è selvaggio ed elude dal controllo dell’essere umano sulla natura.

Il giovane fotografo e documentarista Paolo ha illustrato le sue fotografie e filmati raccolti durante gli anni di appostamenti nell’entroterra ligure e non solo, ed ha spiegato al pubblico le modalità del suo lavoro di fotografo naturalista, attività che lui stesso paragona a quella degli antichi lupari di un tempo, ma con la differenza che al posto del fucile egli utilizza una macchina fotografica reflex per immortalare questi splendidi animali nei suoi meravigliosi scatti.

La conferenza è proseguita con gli intereventi dei vari relatori che hanno ribadito che nonostante tutto permane ancora da parte di alcuni un sentimento di avversione nei confronti del lupo dovuto soprattutto ad una scarsa o poco approfondita conoscenza in materia.

Ma oggi come un tempo il  motivo concreto di attrito nella convivenza tra uomo e lupo va ricondotto al mondo dell’allevamento e della pastorizia con la differenza che rispetto al passato ora abbiamo a disposizione ulteriori sistemi di prevenzione dagli attacchi di lupo,  come le recinzioni elettrificate, da affiancare al sempre efficiente ed intramontabile cane da guardianìa.

“Il lupo non deve essere visto come un problema ma al contrario come una risorsa a livello naturale e turistico” ha affermato M. Grazia Gavazza “Molte associazioni come il C.A.I. e gli enti parco promuovono ormai da anni un turismo responsabile legato all’educazione ambientale ed alla conoscenza, per esempio con la realizzazione di escursioni tematiche ed  attività outdoor con guide specializzate, in modo da offrire un’occasione per unire un momento di piacevole relax ad una esperienza didattica e scientifica.”

Luca Serlenga

Chiusura mostra “Lupi di Liguria” al MuSel

La mostra “Lupi di Liguria” si è conclusa. Ringrazio Il MuSel di Sestri Levante, il comune di Sestri Levante. Tutte le persone gentili, curiose e disponibili che lavorano/collaborano nel e con il MuSel. Grazie al giovane “Luparo” Simone Giosso che ha impreziosito la mostra con un suo poetico scatto di “una coppia di lupi liberi”. Ringrazio tutte le persone che hanno visitato la mostra e partecipato a una o più conferenze. Grazie a chi mi ha sostenuto accaparrandosi una delle 500 copie di “Incivili”, sarà mia premura (come sempre) investire le mie energie nel “cercare i lupi” – “combattere il bracconaggio” – e “divulgare” nelle zone dove il ruolo del lupo nel nostro ambiente, non è stato ancora compreso a pieno.

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La terra in 24 ore! (Nat Geo)

L’Uomo? Meno di un pidocchio! Se paragonato all’intera storia del Pianeta Terra
(“Cronistoria della Terra, in 24 ore” dal National Geographic Italia – Marzo 2018)

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Facciamo un piccolo esperimento. Per quanto ne sappiamo, la Terra è nata circa 4,5 miliardi di anni fa. Allora fissiamo l’ora zero nel momento della formazione del pianeta e immaginiamo di raccontare il film della vita sulla Terra come se questi 4,5 miliardi di anni durassero appena 24 ore. La vita sulla terra ha origine, minuto più minuto meno, alle 3.44, ma i primi organismi pluricellulari si sviluppano solo dopo mezzogiorno, verso le 12.50. Per veder evolvere la riproduzione sessuata dobbiamo aspettare fino alle 18, o poco più. Il nostro film comincia a diventare un pò meno monotono tra le 20.58 e le 21.15, quando in rapida successione fanno irruzione sulla scena artropodi e pesci. Alle 21.30, sorpresa: solo ora vediamo apparire le prime piante terrestri. Un’altra mezzora e si presentano gli anfibi, i primi animali capaci di vivere almeno in parte sulla terraferma, seguiti dai rettili, verso le 22.17. Alle 22.48 è l’ora dei dinosauri, che dominano il pianeta. La pacchia dura quasi un’ora, fino alle 23.40. Nel frattempo si sono affacciati i mammiferi (22.56) e gli uccelli (23.12). Negli ultimi minuti il film accelera a una velocità ubriacante. Alle 23.55 e 30 secondi è il momento delle prime grandi scimmie, dalle quali i nostri antenati si separano intorno alle 23.57 e 45 secondi. Il genere Homo nasce alle 23.59 e 12 secondi. In un sospiro di sollievo, Homo sapiens spunta a 4 secondi dalla fine e lascia l’Africa quando mancano 1,3 secondi. Solo a 23 centesimi di secondo dall’epilogo questa specie ingegnosa inventa l’agricoltura. E a meno di 4 millesimi di secondo dalla mezzanotte esplode la rivoluzione industriale. Dovrebbe essere abbastanza da capire che la Terra non appartiene esclusivamente a noi. Marco Cattaneo, Direttore Nat Geo Italia

Marzo/Aprile Mostra sul Lupo a Scarperia-Megello (Toscana)

Mostra fotografica itinerante “INCIVLI”

Dal 15 Marzo al 6 Aprile Scarperia (FI) Nuovo Cinema Garibaldi

E dal 6Aprile al 30 Aprile Sesto Fiorentino (FI)

Paolo Rossi e Associazione Arzach (http://www.arzach.it/)

15 Marzo Inaugurazione della mostra e conferenza

dalle 20.00 in poi al “Cinema Teatro Garibaldi”

16 Marzo (mattino) Le scuole incontrano l’autore

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I nostri lupi alla conquista della Spagna!

Articolo completo su: http://www.lavanguardia.com/natural/20180226/441100470325/el-lobo-tambien-reconquista-aragon-y-llega-hasta-los-monegros.html

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I lupi selvaggi italiani (Canis lupus italicus) continuano l’eccezionale ri-colonizzazione NATURALE del “sud/centro europa”: ecco un recentissimo articolo che documenta come alcuni dei nostri lupi vivano ANCHE in due regioni della Spagna. Immagino che la mia regione (la Liguria e il suo Appennino) sia stata e forse è, un corridoio naturale di cruciale importanza nelle “dispersioni” e nell’espansione dei giovani lupi sulle Alpi, in Francia, Spagna e nel resto d’europa ! ! ! Paolo R

 

 

 

La verità stessa vaga per le montagne

Di Davide Torri – 25/02/2018

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Articolo originale  https://www.altitudini.it/la-verita-stessa-vaga-le-montagne/

Sedici anni fa, quando ancora avevo fede (un poco ne ho ancora), organizzammo un incontro a più voci dedicato al “ritorno del lupo” sulle Alpi. Non due, tre anni fa. Sedici. Era arrivato in Alta Valtellina un lupo. Sconfinò, lui senza saperlo che mica sa dei confini un lupo, in Valle Seriana. Furono un paio di foto sfocate e unte a dare l’allarme e così si cominciò a delirare. Ma non voglio dire di quell’appuntamento che vide confrontarsi, in modo inutilmente duro, alcuni degli attuali protagonisti della politica ecologica (si fa per dire politica, si fa per dire ecologica) che da allora si è avvinghiata attorno alle fugaci ombre del carnivoro. Voglio dire di come quelle foto furono importanti per dare il via al teatrino pro-anti lupo in quelle valli e poi nelle altre.

Ecco, le foto sono spesso capaci di dire più di un testo, sanno muovere emozioni, immediatamente e lungamente. E le foto di INCIVILI[1] , del barbuto e un poco pelato Paolo Rossi, lo fanno più di altre. Foto di lupi, lupi incivili nel senso di “fuori dalla civiltà” perchè la prima cosa che ti colpisce è che quei lupi, magri, solitari, a coppie nemmeno troppo vicine, con occhi cuciti come l’altra madre di Coraline, sono fuori dal nostro mondo, fuori dalla nostra quotidianità. Lupi che corrono sulla neve sporca delle montagne povere della povera Italia come se nulla più di civile esistesse. No circonvallazioni, no Casa Pound, no compro oro. Solo lupi scheletrici, radioattivi, liberi.

[1] INCIVILI, P. Rossi, Genova, 2018. Edizione numerata s.i.p.

Paolo è un fotografo rubato all’agricoltura ma quest’ultima, credo, non ne risentirà. Ha già raccontato in modo intelligente l’incredibile storia delle Vacche Ribelli e della loro resistenza agli umani portata avanti a pochi chilometri da Genova. Ha partecipato, qualche mese fa, al Blogger Contest portando un pezzo di sè.
Noi siamo contenti che abbia deciso di girare per le Valli meno mainstream, già segnate dall’abbandono, e cercare per noi. Come lui stesso dice “cercare per ore, a volte per giorni” per regalarci ritratti immediati quanto veri dell’animale che più di ogni altro sta al centro di polemiche, notizie e (forse) interessi che nulla han fatto se non rendere tutto più incomprensibile e parziale. E così ecco che con INCIVILI siamo lì, un po’ discosti, molto imbarazzati, ad incrociare gli sguardi, i giochi, le lunghe corse di quei lupi che, senza pudore, vivono tra quelle montagne che non riconoscono più l’uomo come sovrano. L’Appennino Ligure, le Valli Cuneesi, l’Appennino Abruzzese ci appaiono splendidi e tristi come non mai e le orecchie ritte del cucciolo sorpreso nel suo gioco ci arrivano da un tempo che non è più il nostro.
Chissà se, aprendo INCIVILI con la frase di Herzog, Paolo avrà voluto, forse inconsciamente, portarci là con le sue foto, nelle fantastiche nature ostili a (quasi) tutti gli uomini che il crucco visionario ci ha fatto intravedere con Il Diamante Bianco e, di più, con Grizzly Man.

Paolo Rossi non usa capanni, non ci svela nulla dei lupi che fotografa, dove questi hanno la tana, dove si incontrano, nelle foto difficile persino scorgere i segnavia sbiaditi di sentieri una volta camminati. C’è una parete di cristallo tra noi e i lupi e Paolo, unico battitore libero, se ne sta con gli animali dall’altra parte. Con loro. Perché se li insegui per anni, se ne cogli le azioni più intime, quei lupi non possono essere un tuo nemico. E sfogliando INCIVILI è difficile credere alle dichiarazioni apocalittiche di molti. Non perchè non abbiano ragione. Perchè in quei paesaggi con animali l’apocalisse è già passata.

INCIVILI, il libro: http://www.paorossi.it/libro/