Giunto nel grande Altipiano abruzzese noto dei corvi imperiali, sembrano in corteggiamento. A volte seguono i lupi per approfittare dei loro “avanzi” di cibo (Corvus Corax).
Resti di predazione, feci e le loro impronte fresche sul fango “di una pista di cervo”: i lupi sono presenti in questa zona e forse, mi stanno osservando la nuca.
Non mi resta che prepararmi un giaciglio comodo e affacciato su una grande radura, sperare che il vento sia con me e attendere i principi delle tenebre (Canis lupus italicus).
E dopo giorni e ore di attesa … eccolo, è un maschio adulto parzialmente affetto da rogna (forse favorita da quest’inverno caldo-umido): è quasi buio e il suo trotto è molto rapido: sembra una danza selvaggia e forse per lui, la caccia è appena iniziata!
L’Abruzzo è una delle zone italiane con il patrimonio di biodiversità più ricco. Infatti in questa regione i lupi (e non solo!) sono numerosi. Il Parco Nazionale di Lazio Abruzzo e Molise tra gli altri, è famoso per le sue straordinarie faggete.
Il drammatico inverno anomalo causato dal surriscaldamento globale, permette perlomeno di vedere integralmente questi straordinari faggi vetusti (Fagus sylvatica).
La cementificazione nelle aree verdi di tutta Italia è impressionante. Anche nei Comuni delle zone di Parco ciò avviene (foto sotto 2016 Opi – Parco Nazionale Lazio Abruzzo e Molise), anche se in modo più circoscritto e subdolo.
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