(…) A Scanno, un paese abruzzese ai confini del parco, il lupo non suscita troppe tensioni. Nell’Allevamento ovino di Gregorio Rotolo, 56 anni, sono cinque anni che il lupo non si fa vedere. Rotolo è un uomo robusto e tiene d’occhio i suoi animali come un falco: 1.500 pecore, e poi capre e vacche, che d’estate vengono portate al pascolo da una decina di pastori e da trentotto cani. “I cani sono tutti nati e allevati in mezzo agli ovini, che riconoscono come la loro famiglia”, spiega l’allevatore, tenendo tra le braccia un cucciolo bianchissimo. “Le pecore non possono mai restare sole, devono essere riportate nel recinto tutte le notti e sorvegliate da un pastore. È il lupo ad aver paura dell’uomo, non il contrario”, dice. A valle e sull’alpeggio, Rotolo, che produce formaggi, usa due recinzioni, in parte finanziate dal Parco (naz. di Lazio Abruzzo e Molise): una larga, elettrificata, e una più piccola all’interno della prima, “per non stressare le pecore e per evitare che si trovino faccia a faccia con il predatore”. Le perdite sono sempre possibili, ma fanno parte dei rischi del mestiere. “Mio nonno diceva: ‘se vuoi allevare delle pecore, contane sempre qualcuna in più per il lupo’”. (…)
Il Guardiaparco
(…) Antonio Ursitti, 89 anni, ex guardiaparco, è stato un luparo. Braccava i lupi anche per giorni, poi vendeva le pelli. “Il comune ci pagava per ogni esemplare ucciso”, ricorda. “Erano le autorità del parco che, per proteggere i camosci, ci davano le trappole o il veleno”. Gli allevatori ringraziavano fornendo formaggio e carne. All’inizio degli anni settanta, quando lo stato e le autorità del parco decisero di proteggere i lupi, perché a rischio di estinzione, la situazione cambiò radicalmente. Chi uccideva i lupi si trasformò nel loro salvatore. “Non è stato facile perché ho dovuto fare multe ai bracconieri con i quali fino a poco tempo prima condividevo il mestiere”, confessa Ursitti, che nella sua carriera ha ucciso venti lupi. “Oggi abbiamo capito l’importanza della natura e sono cambiate anche le regole”. L’uomo interrompe all’improvviso il suo racconto per andare da una finestra: “Sentite?”. L’ululato dei lupi rompe il silenzio della montagna. (…)