PERCHÈ VOGLIONO LEGALIZZARE QUESTO?

di Francesco Baroni

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Si sta molto parlando, in questi giorni, del “Piano per la gestione e conservazione del Lupo in Italia”. Il documento, al paragrafo 7 della Parte III autorizza le tanto discusse deroghe al divieto di abbattimento dei lupi.

Quello che è realmente interessante è il paragrafo 7.1 sugli “Obiettivi della deroga” ovvero

a) Per prevenire danni seri, in particolare a raccolti bestiame domestico, foreste, pesca e acque e altri tipi di proprietà
b)Nell’interesse di salute e sicurezza pubbliche, o per altre importanti ragioni di interesse pubblico, incluse quelle di natura sociale o economica e di conseguenze benefiche di primaria importanza per l’ambiente.

Gli stessi redattori del Piano sono scettici riguardo all’applicabilità e all’efficacia del punto A, sostengono infatti che affinchè tale obiettivo vada perseguito con le deroghe sugli abbattimenti sarebbe necessario “un impegno di prelievo massiccio e continuativo nel tempo” e che “non esiste una relazione lineare tra numero di lupi e quantità di danni che permetta di pianificare un prelievo in ragione del danno sostenibile”.

Diversa è l’opinione sul punto B, e qui viene il bello.
Sostanzialmente i redattori del piano, preso atto del fatto che in alcune zone dell’areale del lupo sussistano condizioni di forte tensione sociale a causa di metodi di allevamento sviluppatisi durante i decenni di assenza del predatore, ritengono che l’abbattimento di alcuni esemplari possa “rappresentare un importante gesto di partecipazione e una dimostrazione di flessibilità che possono aiutare a superare il clima di contrapposizione che a volte sfocia in atti di bracconaggio” o, se vogliamo dirla in parole povere “non serve a un cazzo, ma visto che tanto lo fate lo stesso…”

Ma il meglio viene con la conclusione del paragrafo “Obiettivo primario di eventuali deroghe (…) è di contribuire (…) alla riduzione a) di eventuali danni ripetuti e massicci su scala ristretta b) DEL RISCHIO PERCEPITO E ALLA MITIGAZIONE DEI CONFLITTI SOCIALI ED ECONOMICI CONNESSI ALLA COESISTENZA TRA UOMINI E LUPO (avete presente cappuccetto rosso? abbatteteli, prima che si mangino la nonna!).

Personalmente leggo l’ipotesi delle deroghe come un vero e proprio contentino dato a un determinato gruppo di interesse che non ha nessuna utilità effettiva nella riduzione di un conflitto (che esiste, sia chiaro) tra la presenza del lupo e alcune attività umane.

Anche l’argomento, fornito da alcuni, secondo cui la deroga al divieto di abbattimenti permetterebbe di controllare il fenomeno del bracconaggio, non ha alcun senso. Primo perchè adattare il diritto al fatto è uno squallido escamotage per non ammettere la propria incapacità di contrastare determinati comportamenti, secondo, perchè legalizzando l’abbattimento dei lupi si darebbe legittimità a quel pensiero primitivo ancora forte in molte realtà, rurali e non, del nostro Paese, per il quale il lupo è considerato al pari di un’erbaccia da estirpare: “Vanno tolti”, spesso l’ho sentito dire.

Detto ciò, mi dispiace che sia stata inserita questa parte all’interno del Piano, perchè nel complesso si presentava bene, certo difficilmente applicabile data l’enorme diversità di condizioni (sociali, ambientali, economiche e culturali) del nostro Paese, ma sicuramente ricco di proposte positive. Peccato davvero.

Nelle foto, scattate da Paolo Rossi, un giovane lupo ucciso (per ora, illegalmente) in Val d’Aveto alcune settimane fa

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